venerdì 17 ottobre 2008

Polveroni


Ciao a tutti!

Sono di passaggio in attesa e speranza di poter comprare un portatile con cui dar nuova energia a questo mio blog anche da Firenze..

Sono tornato a casa dopo una settimana densa, e sono felice di aver partecipato ad una mobilitazione degna ed affollata. Si è risolta in un'occupazione nei modi forse discutibile, ma comunque doverosa, al fine di esprimere un radicale dissenso nei confronti, nello specifico, del decreto 133/08, e più ampiamente, verso l'intera politica di questo governo autoritario sul campo dell'istruzione.

Se ne parla effettivamente proprio poco dei tagli all'università... Finisce per esser tutto nascosto e semplificato dietro al polverone delle elementari. Sui media principali si trasmettono slogan riduttivi ("No al maestro unico") che inglobano anche motivazioni più diversificate, ma che vanno a sbattere sempre sulla questione elementari... è stata la tattica del governo anni fa con il polverone per l'articolo 18 e adesso fanno lo stesso con la scuola; probabilmente, infatti, la Gelmini finirà per rinunciare all'azione devastante verso le elementari, questa sarà così vista come una vittoria insperata, esaltata dalle trombe mediatiche, che finiranno per dimenticare la "secondaria" (per com'è stato sempre trattato il problema) questione dell'università e della ricerca...

Ma è assolutamente prioritario il problema di questi vergognosi tagli: ora, non voglio dilungarmi nel commentare il decreto, anche perchè credo che le conclusioni (tragiche e disarmanti) da trarre siano ovvie;

Semplicemente vi riporto un riassunto del provvedimento, in 4 punti (grazie al blog http://no133pisa.blogspot.com):

  • I tagli progressivi fino a 1.400 milioni di euro costringeranno gli Atenei a trasformarsi in fondazioni di diritto privato (come per altro suggerito nel testo della legge), con un inevitabile e incontrollato aumento delle tasse: l'Università per tutti di fatto sparirà, l'accesso all'istruzione diventerà un privilegio legato al reddito e non più un diritto.
  • La privatizzazione delle Università-fondazioni renderà meno libera e indipendente la ricerca, vincolandola agli interessi dei finanziatori privati: la ricerca di base - non suscettibile di un immediato sfruttamento economico – sarà annientata (dottorati di ricerca per materie umanistiche ovviamente cancellati).
  • La riduzione indiscriminata degli organici (solo 1 nuovo assunto per ogni 5 pensionamenti) renderà del tutto impossibile garantire una didattica di qualità, con un appiattimento generale dell'offerta e l'incapacità di mantenere la copertura anche dei corsi fondamentali.
  • Migliaia di precari della ricerca e del settore tecnico-amministrativo vedranno definitivamente svanire - dopo numerosi anni dedicati alla ricerca e all'Università - la possibilità di una stabilizzazione della propria posizione lavorativa. Un licenziamento preventivo. (vedi anche l’art. 37 del ddl 1441 quater, disposizioni in materia di stabilizzazioni).

Fortunatamente ci sono state reazioni importanti in tutte le più grandi università d'Italia, si sta diffondendo molto bene la protesta, speriamo davvero in qualcosa di significativo...stavolta le premesse, come non si vedeva da anni, ci sono tutte.

Spero di ritornare presto a tempo pieno a dedicarmi a questo blog, intanto buona resistenza a tutti!