martedì 27 maggio 2008

L'Italia che cambia

Ho apprezzato davvero molto questo intervento. Mi informerò, partendo dal verificare ed approfondire le questioni che Travaglio ha opposto a quelle dei maggiori media nazionali.

La sola cosa che mi preme dire è di cercare vie nuove d'informazione anche all'interno della tv stessa, senza fare di tutta l'erba un fascio: è stata ad esempio una piacevole sorpresa il programma "Exit" di Ilaria D'Amico su la7, e invito chiunque ne abbia la possibilità, di seguire alla mattina Rai News 24 (anche su Rai3) nell'ora dalle 7 alle 8. A parer mio due ottimi esempi di fare informazione.

giovedì 22 maggio 2008

Censura legale... ora agiamo!



informatevi qui in alto a destra. firmate la petizione e diffondete il banner:


questo è il codice html:

(a href="http://www.ipetitions.com/petition/Controlacensuralegale01/" target="_blank" title="Petizione")(img src="http://img176.imageshack.us/img176/4286/petizionecensuralegale0fc6.png"/)(/a)

al posto delle ( ) mettete le < >

domenica 18 maggio 2008

No comment



"La logica del prossimo piano Rai, dal punto di vista dei vertici, è chiara: basta con la sovrapposizione dei generi nelle stesse fasce orarie. Per spiegarci: se c’è Vespa su Raiuno, perché proporre anche «Primo Piano» su Raitre?" da corriere.it

Cos'è? una domanda retorica?
Per una volta i commenti li lascio solo a voi, io ne avrei anche troppi, ma contengono troppe parolacce e troppi paroloni.

martedì 13 maggio 2008

Censura legale (so che è un po' lungo, ma è davvero importante che lo leggiate)



di Paolo Barnard


Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.

Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso.

Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.

Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).

L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003.

Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004 (1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare. Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi (2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.

All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale. (3) Ma non solo. La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa. (4)

E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.**(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva (5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI in questi casi).

Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me.

La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.

Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6)

Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità.

Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)

Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)

Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.

Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere.

E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo.

Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.

Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori.

Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare.

Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità. Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema.


Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.

In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me. Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.

Grazie di avermi letto.


Paolo Barnard dpbarnard@libero.it


Note:1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma 10/11/2004.2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è un'azienda che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto che il prestigioso studio legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di Roma La Sapienza, difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma non me.4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...".5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI: "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria".6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora dallo Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma, 3/10/2005.7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:188) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda nota 4)"

domenica 11 maggio 2008

Travaglio sì, Travaglio no

Ieri sera a "Che tempo che fa" ho sentito l'intervista di Fabio Fazio a Marco Travaglio.



Chi ha letto qualche suo libro sa bene che Marco è un giornalista scrupoloso e preciso. Non credo sia un "diffamatore", perchè nei suoi libri ogni accusa è accompagnata da argomentazioni solide (e non potrebbe essere altrimenti, vista la gravità delle cose che dice). In questo senso è l'ideale del giornalista di cui si ha bisogno oggi in Italia.
Nel momento in cui va in televisione, assume indubbiamente una teatralità coinvolgente, che non so, non conoscendolo, quanto sia spontanea del suo carattere o quanto sia voluta. E' un modo di fare cha ha lati sia positivi che negativi: sicuramente con questo atteggiamento raggiunge fette di pubblico molto estese, anche molti di quelli che solitamente non stanno davanti alla tv a sentir parlare di giustizia, legalità, politica, economia, ecc..
Questa è sicuramente una cosa buona, ma implica anche una considerazione non molto piacevole, per cui solamente chi assume un certo tipo di atteggiamento (teatralità di tutti i tipi) riesce a fare un'informazione efficace. Questo è un prendere atto ulteriore della situazione tragica del livello culturale dei media italiani, che invece di educare ed informare normalmente, si trovano a doversi adeguare ai gusti di un pubblico ormai attratto solo da ciò che fa spettacolo.

A parte questo discorso, che potrebbe avere mille strade d'approfondimento, secondo me ieri sera Travaglio ha sbagliato. Ha sbagliato perchè, solitamente, quando fa qualche battuta, nel contesto del suo monologo, essa è accompagnata da serie e precise argomentazioni, come nei suoi libri (e questo, senza rompere troppo le palle, è divertente ed utile); ma ieri sera, l'aver posto Schifani (che anche secondo me rappresenta l'antitesi dell'uomo degno di stima) poco al di sopra delle muffe è apparso nel contesto fuori luogo e sinceramente un eccesso di questa sua teatralità, perchè inoltre è stata una battuta accompagnata solo dopo, peraltro superficialmente, da qualche argomentazione sulle conoscenze mafiose di Schifani.
Ieri sera proprio il tempo a disposizione di Travaglio era insufficiente per il modo di fare che lui ha di solito nel contesto di Annozero, e quindi avrebbe dovuto avere un atteggiamento diverso.
Se io fossi stato uno che ieri sera sentiva parlare per la prima volta Travaglio, avrei sicuramente preso una posizione netta nei suoi riguardi: o l'avrei odiato, proprio per qualche sua esternazione fuori luogo, o mi avrebbe ammaliato per questo suo modo così inusuale.
Non è di questo di cui abbiamo bisogno oggi. In questo circo mediatico imbarazzante e superficiale servono voci autorevoli e professionali. Va bene il modo di Travaglio, a patto che non esageri. Credo sia alla lunga controproducente, sul piano culturale, attaccare il degrado dell'informazione sfruttando le stesse armi che lo causano.
Questo lungo e incasinato discorso però è solo un'avvertenza in vista del futuro, perchè in fondo è la prima volta che, secondo me, ha esagerato.

Post scriptum:
Io sinceramente avrei pensato che la polemica scaturisse dalla battuta della muffa...
Invece è scaturita dalla notizia dei rapporti mafiosi che ha avuto Schifani... e questo mi fa schifo. Schifo per questa informazione. Schifo per chiunque abbia dato solidarieta a Schifani perchè è un colluso con la mafia.

giovedì 8 maggio 2008

La mafia è una montagna di merda


Il 9 maggio 2008 è il trentennale della morte di Peppino Impastato, una delle più importanti personalità nella storia della lotta alla mafia.

La sua storia sbalordisce per la caparbietà e l'indipendenza spirituale che Peppino ha dimostrato nel corso della sua vita; l'ideale del cittadino libero e consapevole ai miei occhi si è sempre incarnato nel suo impegno.


Per chi non conosca la sua storia vale la pena vedere il film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, o fare un passo sul sito: http://www.peppinoimpastato.com/

Una sinistra moderna, quella che in molti auspichiamo, dovrebbe pensare a nuovi modelli di riferimento, e io penso che Peppino sia esattamente la sintesi perfetta tra lotta per rivendicazioni sociali e lotta per la legalità. La sinistra deve riprendere a parlare di lotta alla mafia.

domenica 4 maggio 2008

Un sorriso lungo un anno


Comicomix vara una nuova iniziativa per sostenere la Lotta al Neuroblastoma (un tumore dell'infanzia che rappresenta la prima causa di morte in età pediatrica). L'iniziativa si chiama "Un sorriso lungo un anno", ed è rivolta a tutti i bloggers e in generale agli amici del web. Si tratta di fare un post dedicato al tema del sorriso. Non il sorriso da cartolina, quello falso o di cortesia, ma come forma di relazione, il sorriso che è sostenere senza odio le proprie idee, ma con la disponibilità ad ascoltare (e, se possibile) capire le ragioni degli altri. Basta scrivere il post, segnalarlo a questa mail: alex@comicomix.com indicando il titolo del post e l'indirizzo del blog. Per ogni post segnalato, Comicomix donerà 2 euro alla Fondazione per la lotta al neuroblastoma. Non dovrai fare altro! Se ti interessa, basta cliccare sul link e ti verrà spiegato cosa puoi fare: http://www.comicomix.com/Sorriso_per_un_anno.asp


Funziona così: Raccontate nella forma che preferite (scritto, audio, video, grafica..) 6 "cose" che vi fanno sorridere.


ecco le mie:
  1. cantare assieme ad altre persone
  2. sentire di non esser solo nelle battaglie per la legalità, per la democrazia per un paese più giusto...
  3. ascoltare la canzone giusta al momento giusto
  4. contemplare un sorriso contagioso
  5. guardare un film che mi rispecchia pienamente
  6. provare e/o assistere alla semplicità dei sentimenti

P.S.

fate un salto su questo link http://lorazero.blogspot.com/2008/05/il-presunto-libro-dei-desideri.html , in cui, grazie all'ottimo lavoro di Davide, si iniziano a delineare meglio le ombre già pesantemente presenti sulle elezioni regionali in Sicilia, che hanno visto il trionfo di Raffaele Lombardo.

sabato 3 maggio 2008

Silenzio!

Petruccioli, presidente del cda Rai ed ex (vergognoso) presidente di vigilanza durante i casi Luttazzi-Biagi-Santoro, si è ieri espresso in maniera fin troppo chiara sul nuovo "caso Santoro":



E' nel diritto di cronaca di ogni buon giornalista riportare le dichiarazioni di un personaggio politico così ampiamente seguito come Beppe Grillo.
Che queste siano o meno diffamatorie si stabilisce in ambiti diversi da quello televisivo.
Ma nel momento in cui è consentito sulle reti nazionali all'ex ministro Calderoli di mostrare la sua maglietta con le vignette, a Bossi di parlare di fucili e rivolte armate senza alcun problema, a maggior ragione dev'esser data possibilità ad una persona come Beppe Grillo di fare le sue dichiarazioni, a prescindere dalla loro condivisibilità.
Riguardo le dichiarazioni incriminate io credo che su Veronesi si sia semplicemente data un'informazione che era corretto dare, cioè che la fondazione di Veronesi è finanziata da certe aziende quali Eni, Enel, la maggiore società costruttrice di inceneritori in Europa etc... Poi le conclusioni tratte da Grillo (a parer mio ben condivisibili) riguardo una possibile malafede nelle dichiarazioni di Veronesi sugli inceneritori, sono personali, e come tali al limite ne risponderà Grillo nelle sedi giudiziarie appropriate.
Sul capo dello stato credo personalmente che Grillo sbagli, ma la sola cosa che è stata tramessa da Annozero riguardava una critica sugli "auspici di Napolitano dopo ogni morte sul lavoro". Non mi pare effettivamente un'insulto indecente.

E' chiaro che si sta cercando un pretesto per giustificare la certa chiusura di Annozero nella prossima stagione televisiva.

Secondo me poi il problema reale è scaturito da altre dichiarazioni di Grillo, ben più pesanti di quelle riportate dai telegiornali: nel video sotto riporto il pezzo di trasmissione in cui Grillo dà delle informazioni precise riguardo alcune azioni illecite da parte di nomi grossi dell'economia e della finanza.

Annozero è una trasmissione scomoda perchè, che lo faccia bene o male, porta ad una fetta ampia di pubblico questioni note solo a pochi, perchè ad esempio è la sola che ha trattato in maniera approfondita la questione Telecom. Non ci dev'essere informazione su questi fatti, assolutamente, è come per le mafie, hanno bisogno del silenzio. Annozero è una trasmissione scomoda sia per la politica che per i grandi potentati economici, che poi sono quelli che influenzano e controllano la politica.

giovedì 1 maggio 2008

Lavoro

Buon Primo Maggio a tutti i lavoratori...
E anche a tutti coloro che non lo possono più festeggiare, che a loro sia rivolto tutto il nostro pensiero, sperando che cambino le cose.

Quello delle cosiddette "morti bianche" è un tema che mi coinvolge e mi sconvolge profondamente, che mi commuove e mi fa indignare.
Vi invito ad ascoltare qui sotto la nuova canzone di Caparezza "Eroe (storia di Luigi delle Bicocche)", un pezzo capace veramente di emozionare chi ha a cuore questa tragedia...




vi invito poi a leggere la storia di Luigi Roca, qui sotto nel link:
http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/operaio-suicida/operaio-suicida/operaio-suicida.html